Momento di condivisione della rabbia, ovvero Vomitorium

Me lo dicono tutti, ma io gia' lo sapevo che batto la fiacca nel blog. I motivi sono due:
Primo motivo: il secondogenito monopolizza il pc e il resto della famiglia lo puo' usare solo quando lui dorme. Un giorno vi racconto quello che ci fa.
Secondo motivo: lavoro dalle 12 alle 14 ore al giorno, quando arrivo a casa preparo la cena di corsa, poi piombo sul divano stracca e non vorrei piu' sentire niente e nessuno. La primogenita e' l'unica che se ne rende conto ed ogni tanto mi fa trovare la cena pronta (o quasi).

Per fortuna ieri sera c'era la pizza con Bricolo-chic e Sifolino, e abbiamo chiacchierato piacevolmente.

Per rovinarvi la giornata, adesso vi racconto un aspetto della mia doppia personalita', il mio Mr. Hyde, l'altra me, quella che uso per pagarmi il caviale quotidiano.
E i gomitoli, e i pennelli, e la creta, e le cose fastidiose (come la fantesca, le bollette, la spesa, etc.).

In ufficio mi occupo di risorse umane, non mi ricordo se ve l'avevo detto.

Ne parlavamo con Bricolo-chic qualche giorno fa e abbiamo concordato che quando qualche candidato vuole essere assunto nelle risorse umane perche' "mi piace lavorare con le persone", NON SI DEVE ASSOLUTAMENTE ASSUMERE. Perche' se lo dice vuol dire che non conosce il lavoro per niente, oppure che e' un depravato masochista.

Non e' che si finisce per odiare l'umanita', anzi, ma dopo un po' di anni non si sopportano piu' le singole persone, una per una. E piu' passa il tempo e meno le sopporti.

Certe volte in ufficio, quando ho una persona seduta davanti alla mia scrivania, che si lamenta di quanto e' basso lo stipendio (ipocrita), che il lavoro non e' divertente e via discorrendo, continuo a fare sorrisi empatici, e a convincerla che non e' cosi', ma nella mia mente le rovescio la scrivania addosso e ci zompo sopra ferocemente.

Poi, quando i sorrisi empatici e le parole non bastano piu', mi stufo e concludo dicendo: "guarda che se volevi andare al luna park, dovevi pagare tu, mica noi".

E primo fra tutti quelli al centro delle mie fantasie criminali, c'e' il capo-che-non-capisce-niente. E' uno dei requisiti per diventare capo, oppure ci si rimbecillisce il giorno della nomina, non lo so.
Badate bene, il mio non e' che mi tratta male, ma semplicemente non sa fare il lavoro e si inventa cose assurde che a noi tocca rappezzare.
Per fortuna risiede all'estero e lo vedo poco, cosi' non sono costretta ad immaginare torture nuove ogni giorno.

L'ultima moda e' posizionare le risorse umane come un fornitore di servizi e chiamare le altre funzioni "i nostri customers".
Ma come si fa ad essere cosi' ingenui? Basta guardare come noi trattiamo i nostri fornitori per capire che ci si crocifigge da soli.

Per fortuna i "customers" illuminati lo capiscono, ma c'e' pochissima luce in giro e la maggior parte si sente autorizzata ad addossarti tutti i mali del mondo.

L'altra moda assurda e' fare le indagini interne sul morale dei dipendenti e mettere nelle domande "il tuo stipendio e' sufficiente per le tue aspettative?" Il bello e' che si mette un target di risposte positive del 70% !!!
Mica ci vuole un master per prevedere che percentuale verra' fuori da una domanda cosi' idiota. Il bello e' che quando i risultati sono puntualmente negativi, si chiedono come mai !
E sai che fanno per rimediare: costringono tutti ad assistere a sessioni noiosissime in cui spieghiamo come vengono stabiliti gli stipendi.
E l'anno successivo la percentuale scende ancora di piu'. E allora ... glielo ri-spieghiamo.
Ti chiedi chi e' piu' scemo, noi che insistiamo a chiedere, o i dipendenti che ancora non hanno capito che l'unico modo per evitare le sessioni di spiegazione e' rispondere: IO SONO ESTREMAMENTE FELICE DEL MIO STIPENDIO.

Be', adesso me ne vado al circolo del tennis a pranzo con il cugino maggiore, un ottimo impiego del denaro prodotto dall'altra me.

ps a proposito, ormai l'ho capito che questo blog e' popolare solo per una cerchia ristretta, si capisce dal contatore, percio' lo rendero' riservato, cosi' posso esprimermi piu' liberamente.